martedì 2 giugno 2015

1995 - "Fili di Arianna" Centro Angelo Savelli - Lamezia Terme

Piero Mascaro Art - mostre personali - "Fili di Arianna"
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1995 - "Fili di Arianna" Centro Angelo Savelli - Lamezia Terme
a cura di Franco Spena


CENTRO
ANGELO
SAVELLI


Fili di Arianna

I fili si diramano in una sorta di painting spaziale che tende a superare i limiti della superficie (per corso unidirezionale) per immergersi nella profondità (percorso pluridimensionale).
Una profondità che è anche abisso se oltre il filo tessuto da una Arianna che non c’è, non si intravede la strada del ritorno o quella della fuga. Nell’installazione di Piero Mascaro, al Centro Angelo Savelli di Lamezia Terme il filo che segna la via per la salvezza è la struttura stessa del labirinto e, con il suo svolgersi e avvolgersi, conduce, anche alla via dello smarrimento in una zona di oltre nel quale il tempo non è percepibile. E in questa acronia, che si illumina di tanto in tanto di luci, l’occhio può cogliere solo visioni sospese in una dimensione che è assenza e silenzio. Una espressione di gestualità che si inoltra in un percorso della luce che accende itinerari, ritorni, ripensamenti alla ricerca della soluzione del mistero.
In fondo il “telos”, il componimento, non ha elementi di percorso lineare. I fili seguono le tracce di questi itinerari che, pur conducendo alla zona del sacro, si arrestano alla soglia dell’inespresso. Rimane il gomitolo come universo ancora possibile, realtà inesplorata da svelare e da percorrere. Il labirinto rappresenta così, nell’nstallazione di Piero Mascaro, il luogo del perenne segreto, prigione ma anche luogo della fuga e dell’avventura.
Dopo la catastrofe e la caduta, il labirinto è il luogo dove si decide la salvezza, dimensione nella quale si tentano le strade dell’oltre per perdersi e ritrovarsi. Un ritrovarsi che, in Piero Mascaro, diviene registrazione di un trapasso di emozioni fissate visivamente ma altrettanto bloccate in acronie di immagini.
Le fotografie, allineate in altro spazio della galleria, sono infatti degli “items”, delle tappe intermedie che per loro struttura non registrano il viaggio, ma vanno a collocarsi in luogo della mente. Sospesi dunque tra realtà e mistero, fondamentalmente dal labirinto di Mascaro non si esce e, vestito di destino, l’occhio si prepara a ritrovare “la strada della grazia” seguendo i fili luminosi dei “diagrammi del cielo”.
Rimane, presenza/assenza, la figura di Arianna che continua a disegnare vie infinite per un perenne smarrimento/ritrovamento di segnali per ricostruire il tempo.

Franco Spena

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